November 18, 2024
La Serie A da sempre è stata palcoscenico di grandissimi attaccanti che hanno fatto la storia del calcio italiana e non. Da Prati a Sivori, da Nordahl fino a Platini, Van Basten, Ibrahimovic e - pescandoli casualmente dal mazzo, dimenticandone una infinità - Higuain, Shevchenko, Del Piero, Totti e così via.
Gli attaccanti migliori in Serie A hanno sempre stuzzicato la fantasia e la passione di milioni di tifosi in tutta Italia, soprattutto i bambini che nei loro idoli spesso si sono identificati per una vita intera. Il gioco del calcio è cambiato negli anni, si è evoluto dicono, e con lui il ruolo dell’attaccante.
Le caratteristiche che negli anni Novanta hanno reso il calcio italiano il più apprezzato al mondo si sono un po’ perse e oggi, nel cosiddetto calcio moderno, allenatori, scout e uomini mercato guardano altro. Alla fine però a contare è sempre la stessa cosa: il gol e per un attaccante il titolo di capocannoniere è sempre quello più ambito a inizio stagione. Per la Serie A 2024/25 sono tanti i candidati, per questo possiamo fare una prima comparazione dei 10 migliori attaccanti - almeno sulla carta - dopo le prime 12 giornate, con statistiche e posizione all’interno di questa particolare selezione:
Mateo Retegui
Quando l’infortunio di Gianluca Scamacca in piena estate ha cambiato i piani dell’Atalanta, la società è stata pronta e reattiva a portare a Gian Piero Gasperini un sostituto nell’immediato: Mateo Retegui, reduce dal brutto Europeo con l’Italia dopo la prima stagione in Serie A con il Genoa. Due erano le alternative per l’attaccante italo-argentino, come sempre quando si entra nell’orbita del Gasp e dei suoi metodi: esplosione immediata o costoso flop. I numeri raccontano che l’amore è sbocciato subito dopo il matrimonio e Retegui è al momento uno dei migliori attaccanti in Europa, non solo in Serie A.
Alla terza sosta del campionato Retegui ha realizzato 11 gol con una media di una rete ogni 70 minuti di gioco e una percentuale realizzativa, escludendo i rigori, del 28% e inferiore solamente a quella di Lukaku. Tra i dati spicca anche la presenza in area di rigore avversaria e la capacità aerea che lo ha portato a realizzare già tre gol di testa.
Moise Kean
Se Retegui aveva un solo bivio da intraprendere per capire la svolta della sua carriera, positiva o negativa catapultato a Bergamo, per Moise Kean il discorso è diverso. L’attaccante in estate è passato dalla Juventus, dove non ha segnato per un anno e mezzo, alla Fiorentina, con tutte le polemiche del caso dei tifosi viola per l’ennesimo affare con l’acerrimo rivale sportivo. Kean di opportunità ne ha sprecate molte, ma a Firenze ha potuto trovare quella fiducia e quella continuità che gli hanno permesso innanzitutto di ritrovare il feeling con il gol, in secondo luogo la maglia della Nazionale e un rendimento da centravanti pure. Il più pericoloso nella prima parte di campionato, letale negli spazi e con una propensione a crearsi occasioni da gol nitide grazie al continuo movimento in profondità.
Marcus Thuram
Quando è in serata Marcus Thuram è praticamente inarrestabile e può fare gol in qualsiasi modo: in contropiede, di testa, con una giocata d’astuzia in area, dopo un dribbling. Insomma, il repertorio dell’attaccante francese è ricco e vario. Il suo limite talvolta è proprio la continuità all’interno del campionato o della stessa partita, perché con la stessa facilità con cui diventa imprendibile nelle serate di grazia, rischia di passare inosservato quando la Luna non è dalla sua parte. L’assenza di un rendimento costante non lo rende tra i papabili più accreditati per il titolo di capocannoniere, ma la doppia cifra di gol è pressoché assicurata.
Ademola Lookman
L’eroe di Dublino ha ripreso da dove aveva lasciato nonostante un’estate con la valigia in mano. L’Atalanta ha deciso di non cederlo a condizioni di saldo e l’attaccante nigeriano, una volta capito l’andazzo, a testa bassa ha cominciato a lavorare per riconquistare la fiducia di tutti a suon di gol. Detto, fatto. La media gol è inferiore solamente a quella del compagno di squadra Retegui, mentre nessuno effettua tanti dribbling nell’area avversaria arrivando al dunque che sia con un tiro o con un assist al compagno. La percentuale realizzativa si è molto alzata rispetto al passato a dimostrazione di una crescita completa dell’attaccante.
Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic ha tutte le caratteristiche per ambire al titolo di capocannoniere della Serie A. Vede la porta, ha molte occasioni e soprattutto è il centravanti di una squadra che del gioco offensivo in questa stagione ha fatto il proprio banner pubblicitario. I dati sono contrastanti, ma questa sì che è una costante per la carriera dell’attaccante serbo. La media gol è ancora importante con una rete ogni 163 minuti di gioco, la terza migliore tra gli attaccanti migliori della Serie A, così come la capacità di avere buona occasioni da gol da sfruttare.
Qui sta il tasto dolente: la percentuale realizzativa crolla se non si considerano i calci di rigore ed è un difetto che l’ex viola non sta riuscendo a correggere, sbagliando ancora molto davanti alla porta.
Valentin Castellanos
Il Taty Castellanos è la scommessa su cui Lotito ha puntato un anno in anticipo per raccogliere l’eredità biancoceleste di Ciro Immobile. L’attaccante argentino è particolare e se sulla carta non è tra i prinicipali indiziati a vincere il titolo di capocannoniere, con la grinta e la generosità in campo riesce a crearsi tantissime occasioni da gol che poi, per lo stesso motivo, non sempre capitalizza. I dribbling in area avversaria sono un punto di forza così come i recuperi offensivi, a conferma della generosità, ma la percentuale realizzativa di poco superiore al 10% è un neo sul suo rendimento che avrebbe le potenzialità per altri numeri.
Lautaro Martinez
Il capitano dell’Inter non si discute, ma divide da sempre. L’ultima polemica che ha diviso l’opinione pubblica ha riguardato il settimo posto al Pallone d’Oro, ma l’inizio di stagione del Toro è stato anche condizionato dalla Copa America estiva. I gol non sono mancati, nemmeno gli assist, ma la presenza offensiva dell’argentino è sembra ridotta e sacrificata per il bene della squadra riducendo il lavoro in area avversaria per cucire il gioco qualche metro più indietro. La percentuale realizzativa può migliorare, ma come in ogni stagione Lautaro alterna momenti di magra assoluta ad altri in cui diventa ingiocabile e il suo nome sul cartellino una costante. Per questo resta tra i candidati al titolo di capocannoniere.
Artem Dovbyk
Il Pichichi dell’ultima Liga ha lasciato Girona per tentare il grande salto, ma è atterrato a Roma forse nella situazione più caotica e complicata degli ultimi decenni. Tre cambi di allenatore nel giro di tre mesi e una confusione tattica incredibile non lo hanno aiutato nel già difficile inserimento in un calcio tattico come quello italiano, ma per confermarsi tra i migliori attaccanti della Serie A - come già fatto ne LaLiga - all’attaccante ucraino serve tempo e fiducia. La media gol è bassa, frutto di tutta la confusione capitolina, ma la sua presenza negli ultimi 16 metri è costante e la percentuale realizzativa ottima. Buoni segnali che magari non lo vedono tra i favoriti per essere il prossimo capocannoniere in Serie A, ma sicuramente lo fanno tenere d’occhio per il futuro.
Romelu Lukaku
Romelu Lukaku è tornato - nuovamente - in Italia per fare grande il Napoli e Antonio Conte. Il tecnico salentino lo ha desiderato, richiesto e voluto a tutti i costi con l’ambizione di renderlo il fattore decisivo nella lotta scudetto e non solo. Il belga è arrivato in netto ritardo di condizione, inevitabile dopo essersi allenato da solo tutta estate, ma una volta nella zona calda del campo ha dimostrato di sapere essere letale con il 37,5% di realizzazione delle proprie occasioni, superando nettamente il proprio valore di Expected Goals. In area avversaria si vede ancora poco, con le difese che cercano di contrastarlo molto prima, ma il fatto di non dover giocare le coppe europee alla lunga potrebbe essere il fattore decisivo a suo favore nella corsa al titolo di miglior marcatore della Serie A.
Alvaro Morata
Alvaro Morata capocannoniere della Serie A? La risposta è subito secca: no. Il capitano della Spagna, nuovo acquisto del Milan in estate, non è mai stato un goleador da classifica marcatori, ma sicuramente ha altre qualità che i tifosi rossoneri hanno già imparato ad amare. La capacità di costruire il gioco, la generosità nei recuperi offensivi e il moto perpetuo; corsa spesso lontanissima dall’area di rigore avversaria dove, quando capita, resta comunque capace di essere letale.